
Mt 17, 1-9: La salita verso la trasfigurazione
Gesù prende con sé anche noi. Ma malgrado Lui ci chiami e conduca sull’alto monte, spesso siamo oppressi dai propri progetti, difficoltà, relazioni… A volte fino al punto che ci dimentichiamo che è Lui che ci chiama, è Lui che guida il nostro cammino, e che ogni camminare con Lui ha un motivo, ha un senso.
Il Signore ci porta fuori dalla valle dei nostri pesi, come se volesse ricordarci le altezze, la libertà a cui siamo stati chiamati. Ci porta fuori dalle relazioni che ci intrappolano, dai nostri progetti che appesantiscono il nostro pensiero, dalle nostre aspettative che ci rendono schiavi e chiudono gli orizzonti di fiducia. Per questo il Signore ci chiama e ci guida in disparte, per stare con Lui, per discernere cosa ci fa cadere negli abissi della vanità, e cosa invece ci riporta alla vita… Il cammino è arduo, ogni passo porta il peso del nostro attaccamento alle cose terrene, alle vicende della valle. È possibile tagliare il cordone che ci lega alla vita vecchia solo in misura in cui rimaniamo in contatto con Colui che è il Portatore della Vita eterna.
Salendo sul monte, malgrado il passo appesantito, possiamo intuire la libertà nascosta sulla sua cima. È come se ogni nuovo passo rinnovasse le forze, portasse quiete al cuore, orientasse il pensiero. Ogni nuovo passo ci avvicina alla vetta, ci allontana dal dolore e dal grido che rimbomba lungo la valle. La salita sembra permetterci di sentire più chiaramente l’eco che si diffonde nella valle. Come è diverso sentire le voci una volta che abbiamo preso le distanze. In questo modo diventa sempre più chiara la Voce che ci ha chiamato e che ci chiama sempre di nuovo.
Non siamo soli a fare la salita. Molti si allontanano dalle loro valli, dai loro ricordi, con lo sguardo alzato verso la vetta. Ci incontriamo e ci comprendiamo, senza parole, perché il Verbo ci ha parlato allo stesso modo, invitandoci alle altezze per le quali siamo stati creati.

Dopo la lunga e faticosa salita, arriviamo in cima. Arriviamo alla solitudine. Liberi da noi stessi, liberi dagli altri, liberi per l’Altro. Il Signore ci si rivela…. e noi… sembra che non capiamo niente, neanche in quel momento. E mentre lottiamo contro la propria insicurezza e mancanza di fiducia, dentro di noi risuona chiara la voce del Padre: “Questi è il Figlio mio, l’amato. In lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”. La paura e la vergogna per non aver riconosciuto un’altra volta la presenza del Signore, ci piega verso la terra, ci piega verso le valli – anche se siamo in cima, nascondiamo il volto indegni del Suo sguardo. E Lui… Lui, come sempre, ci viene incontro, ci tocca e ci ripete per l’ennesima volta: “Alzatevi e non temete…”. Scende con noi nella valle della nostra quotidianità, insegnandoci che la vita è un susseguirsi di salite sulle cime dove vivere la trasfigurazione, per poi scendere rafforzati e portare gioia nelle realtà delle nostre valli…
Possa anche questa Quaresima essere il tempo in cui abbandonare le valli, possa essere una salita, affinché possiamo sperimentare la forza della trasfigurazione del Signore, sentire la voce della Sua chiamata e, incoraggiati come Abramo, camminare con piena fiducia lungo i nuovi sentieri che Lui ha preparato per ognuno di noi.
Riflessione di: suor Vlatka Topalovic (Croazia)