Sono a pregarvi di una grazia

Questa lettera, inviata al padre, cav. Clemente Di Rosa, nella circostanza decisiva della sua scelta vocazionale, che si traduce nel servizio incondizionato alle colerose, rivela già quale sarà il carisma di Paolina.

 


 

Brescia, 21 giugno 1836

Carissimo Papà.

Sono a pregarvi d’una grazia. Ve la chiedo in iscritto, non per mancanza di confidenza a parlarvi; ma perchè non mi si chiudano le parole fra le labbra con una vostra pronta negativa.

Sì, la grazia che vorrei da voi, ve la chiedo per amor di Gesù Cristo. Non me la negate. Il mio vivissimo desiderio sarebbe d’approfittare del mezzo che Iddio mi dà d’aprirmi il Paradiso col praticare l’atto di carità in assistere all’Ospedale le povere colerose. Lasciate che mi dedichi al servizio di queste povere infelici. Voi fate al Signore il sacrificio della vostra Paolina; io il farò della mia vita. Riflettete, caro il mio Papà, che se voi mi deste una negativa e che fossi presa dal colera in casa e venissi a morire, avreste rimorso d’avermi sottratto l’ingresso in cielo. Vorrete voi negarmi questa grazia? Ah, no! Quel Dio che ha ispirato me, ispirerà ancor voi. Non consultate né la carne, né il sangue, ma la religione sola.

Non apporterò alcun danno alla famiglia, perchè vi ho riflesso e prenderò tutte le misure che la prudenza suggerisce. Di queste ve ne parlerò a viva voce.

Vostra aff.ma obbl.ma  figlia

Paolina