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Missione socio-assistenziale - Suore Ancelle della Carità

Missione socio-assistenziale

Andando a ritroso nel tempo si riscontra l’assenza della pastorale sociale mentre invece operava la beneficenza privata. È la Chiesa che introduce questa realtà in secoli più recenti e soprattutto nel secolo XIX con la nascita delle Congregazioni religiose maschili e femminili.
Qui viene alla luce il volto sociale delle Ancelle della Carità, il cui carisma fondazionale è da ricercarsi in quello personale di Paola Di Rosa, messo a fuoco in maniera straordinaria e chiaramente leggibile fin dalle sue prime scelte: è Assistente alla Casa d’Industria, dove erano accolte persone inette a guadagnarsi da vivere; è Direttrice delle Pericolanti, ragazze e donne a rischio; è Responsabile delle operaie nella Filanda di famiglia ad Acquafredda; è Coordinatrice a Capriano del Colle di un’azione formativa, assistenziale, evangelizzatrice. È un’azione, in tutti questi ambiti, che mira a ridestare nelle persone effettive potenzialità di bene e a costruire dignitose condizioni di vita.
Il volto di una specifica pastorale sociale, già delineatosi al sorgere dell’Istituto, è diventato sempre più nitido nei suoi tratti e ha assunto nel corso del tempo forme diverse in risposta a bisogni diversi.
Oggi la pastorale sociale si trova a incontrare tanti volti senza identificazione, che hanno storie diversificate e impegnative.
Essa si pone a servizio della realtà specifica dei nostri giorni, che è quella dell’anziano, del povero, dell’emarginato, del rifiutato, del senza dimora, del carcerato, dell’immigrato, dello ‘scarto’ della società; del bambino abbandonato, della madre sola, della famiglia allo sbando. Risulta pertanto un forte appello per le Ancelle essere presenti in tutte le opere di carità che le circostanze hanno reso e rendono possibili e alle quali nessuna suora può reputarsi straniera, perché a tali opere esse sono consacrate col solo nome di Ancelle della Carità (cfr. Costituzioni 1851).
E questo specialmente quando nuove istanze della Chiesa e dell’umanità vogliono le Ancelle sollecite nel rispondere con il dono di sé a determinate emergenze, al fine di promuovere e difendere la vita, lasciando trasparire la cura di Dio verso tutti e privilegiando quanti si trovano in situazione di maggior debolezza e pertanto di più grave bisogno.
Se nella nostra tradizione, da tempo Santa Maria Crocifissa è definita “Pioniera dell’assistenza sociale”, oggi Papa Francesco le attribuirebbe il titolo di “Patrona della pastorale sociale”.

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